Chi lo dice che ci vuole un titolo

Testi di Rebecca Bandinelli

La mia stanza
Un angolino del mio letto
Il vuoto
Il nero
Il nulla
Solo il mio respiro
Pesante come un macigno
Affaticato dai mille pensieri
Frettoloso come un velocista sulla pista
Ho l’affanno
La vista mi si appanna
Solo le mille immagini del passato mi passano davanti come un film
Quei ricordi sotto forma di lungometraggi che mi distruggono l’anima
“È solo una foto”
“Dai non fare l’egoista”
“Sei una zoccola”
“Dai bimba”
“Sei mia e decido io cosa fare del tuo corpo”
“Balena, apprezza che qualcuno si ecciti col tuo corpo”
“Se non lo fai non ti parlo più, sai che sono l’ultimo rimasto”
“Non vuoi tornare ad essere sola, vero?”
Le lacrime mi scendono fino alla gola
Gemiti nascono dalla mia angoscia
Voglio che smetta
Voglio che non esista
Voglio che il passato non faccia male
Voglio che i ricordi non mi impediscano di vivere
Di realizzare che il presente è sereno
Voglio smettere di avere paura
Non sono più la stessa
Mi hanno portato via tutto
Questi mangiatori di anime
Che ti annullano come essere umano
Come donna
Come ragazza
Ti fanno sentire come se tu fossi il nulla
Lo zero assoluto
Una cosa inesistente
Inutile
Il cui solo scopo è eccitare dei corpi affamati di carne e accecati da un desiderio malato
Un desiderio velenoso che uccide la persona che viene sedotta dal maledetto
Portandola a toccare il fondo
Essere in bilico fra la vita e la morte
Ed anche quando tutto sembra passare
La notte è un incubo
E l’unico desiderio è morire
Perché ormai dell’anima resta solo sofferenza
Solo il corpo ha ancora sostanza
Ma tanto, ha più importanza?

 

Respira
Calma
Andrà tutto bene
Prima o poi finirà
Queste sono le parole
Che la preda si ripete dentro di sè per consolarsi
Di fronte alla condanna eterna
Di essere attaccata
Per non aver scelto di essere cacciatore
Non riesce a scappare
La povera creatura
Dal suo destino crudele
Dagli scherni e dalle perfidie del suo predatore e del suo branco
Le armi la colpiscono
Quelle parole taglienti la feriscono
Quei rifiuti che le vengono lanciati addosso le provocano lividi immensi
La sua anima è distrutta
Ridotta in piccoli pezzi come un bicchiere di cristallo che cade a terra
E lei la rincolla ogni volta
Ricopre le ferite
Perché nessuno sappia che lei è una preda
E da predatore finga di salvarla per poi darle il colpo finale
La sua fine è già vicina
A che scopo rendere più lesto l’arrivo del suo ultimo respiro?
Questo la povera creatura non lo sa
Ma si domanda in cuor suo
Cosa può aver passato per meritare di affrontare questa realtà
Per dover vivere senza felicità
Non poter dormire perché la paura l’attacca di notte
Come se fossero pochi i mostri da dover affrontare
Come se questo lei lo dovesse meritare.
Ma la vita è questa
O sei preda o sei predatore
E quando sei preda non c’è scampo alla sofferenza
Solo cambiare salverà la tua vita
Ed il diventare assente all’apparenza ti provocherà serenità.

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